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Richiamandosi ai modelli teorici di Karl Schlögel, André Fremont, Bertrand Westphal e di Edward Soja, in "Geocritica e poesia dell'esistenza" Alberto Comparini traccia una geografia storica, che l'autore chiama 'geo-esistenzialismo', dei rapporti intercorsi tra letteratura e filosofia in Italia nel Novecento. Al centro dell'analisi di Comparini vi è la città di Milano, il primo intorno geo-filosofico italiano dove fenomenologia ed esistenzialismo, grazie alla mediazione da parte di Antonio Banfi ed Enzo Paci delle opere di Edmund Husserl, Martin Heidegger e Karl Jaspers, furono un costante termine di paragone per la riflessione estetica e per la produzione lirica di Antonia Pozzi e Vittorio Sereni. Il libro mira a offrire un modello teorico generale in grado di aprire nuovi orizzonti e prospettive di ricerca nello studio della storia letteraria e della critica testuale, trovando nell'ermeneutica filosofica un imprescindibile strumento di indagine della poesia, della geografia e della storia.